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L’impatto dell’Intelligenza Artificiale su lavoro, ambiente ed etica in Italia

AI in Italy

L’Intelligenza Artificiale  rappresenta uno dei pilastri fondamentali per lo sviluppo tecnologico ed economico del futuro. In Italia, come in molte altre parti del mondo, si sta lavorando intensamente per sistematizzare l’uso dell’IA e sfruttare le grandi potenzialità che essa offre. Tuttavia, questo percorso è accompagnato dalla necessità di una regolamentazione che tuteli la dimensione etica e assicuri uno sviluppo sostenibile e sicuro.

L’IA: Un Fenomeno Globale con Differenze Locali

L’IA è teoricamente “onnipresente”, ma concretamente, il suo sviluppo e utilizzo varia significativamente tra le diverse regioni del mondo. Mentre in alcune aree l’uso dell’IA è altamente avanzato, in altre si stanno ancora pianificando strategie per implementarla. In Italia, c’è una consapevolezza crescente che l’IA è un elemento imprescindibile per lo sviluppo futuro del Paese. Gli strumenti di IA ad uso pubblico, come le applicazioni che assistono professionisti in vari settori, hanno generato un grande interesse e discussione, in particolare sul tema dell’etica.

La Regolamentazione Europea e le Sue Implicazioni

In Europa, la risposta alle preoccupazioni etiche è stata in parte affrontata attraverso la regolamentazione, culminata nella promulgazione dell’AI Act. Tuttavia, questo atto normativo ha anche generato problematiche, creando una sorta di chiusura con altri grandi player del settore e bloccando il dialogo e l’innovazione in alcuni casi. Le aziende europee, preoccupate dalle ripercussioni delle restrizioni normative, possono esitare nell’adozione di nuove tecnologie, temendo conseguenze negative.

In altre parti del mondo, come Cina e Stati Uniti, il dibattito sull’IA è altrettanto vivace. In questi paesi, si tende a privilegiare lo sviluppo tecnologico, con gli Stati Uniti che lasciano alle aziende la capacità di autoregolarsi, pur riconoscendo la necessità di un controllo.

La Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale

L’Italia ha risposto a queste sfide con la pubblicazione della Strategia Italiana per l’Intelligenza Artificiale, che aggiorna quella per il periodo 2022-2024. Questo documento analizza il contesto globale e il posizionamento italiano, delineando azioni strategiche per quattro macroaree: Ricerca, Pubblica Amministrazione, Imprese e Formazione. Queste aree, pur distinte, sono strettamente interconnesse e molte delle azioni proposte sono di natura trasversale.

La strategia non impone norme, ma offre una cornice per elaborare i passi necessari fino al 2026, favorendo uno sviluppo dell’IA che sia sicuro, responsabile e inclusivo. Un aspetto fondamentale del documento è la promozione dello scambio di conoscenze e competenze tra mondo accademico, imprese e Pubblica Amministrazione.

La Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale per la Pubblica Amministrazione si focalizza su due obiettivi principali: migliorare l’efficienza dei processi amministrativi e favorire la fruizione dei servizi da parte dei cittadini e delle imprese. Questo approccio mira non solo a ottimizzare la gestione delle risorse pubbliche, ma anche a rendere i servizi più accessibili e interattivi. L’introduzione di sistemi IA specifici per le necessità amministrative è vista come un’opportunità per trasformare radicalmente l’esperienza del cittadino, migliorando l’efficacia e l’immediatezza dei servizi offerti.

Le grandi imprese italiane stanno già sfruttando l’IA per ottenere significativi vantaggi competitivi, migliorare la qualità dei loro prodotti e servizi e ridurre i costi operativi. Al contrario, le PMI, pur condividendo gli stessi obiettivi, incontrano maggiori difficoltà nell’adottare queste tecnologie avanzate, principalmente per limiti di budget e di digitalizzazione. Questo divario evidenzia la necessità di supportare le PMI con iniziative mirate per favorire la loro trasformazione digitale.

Il nostro approccio

Il Gruppo Fortitude, impegnato nella trasformazione digitale, considera l’IA un elemento centrale per l’innovazione tecnologica dei propri clienti. Bitrock ha investito anni nella divulgazione ed educazione su aspetti innovativi. L’AI Act ha permesso di consolidare l’idea che ogni strumento, in particolare quelli di intelligenza artificiale, deve essere utilizzato in modo responsabile, tenendo conto delle implicazioni etiche.

Recentemente, Fortitude si è concentrata sull’AI Observability, garantendo che gli algoritmi mantengano comportamenti coerenti con gli obiettivi prefissati e non subiscono modifiche indesiderate durante il loro utilizzo. È indispensabile per le aziende monitorare costantemente l’IA e prestare grande attenzione alla spiegabilità degli algoritmi, poiché questi sono in continua evoluzione e influenzati da input esterni imprevedibili.

L’ IA come supporto alla Sostenibilità:  Sfide e Prospettive in Italia

L’intelligenza artificiale (AI) comporta un costo ambientale significativo, spesso ignorato. L’enorme consumo energetico dei data center e la produzione di hardware contribuiscono in modo sostanziale all’impronta di carbonio del settore tecnologico. L’IA, sebbene fondamentale per combattere il cambiamento climatico, genera emissioni considerevoli sia durante la fase di addestramento dei modelli che nel loro utilizzo. I data center, con i loro server potenti, sono al centro di questo impatto, richiedendo grandi quantità di energia e risorse idriche per mantenere le operazioni.

Ad esempio, l’uso di modelli AI generativi come Chat GPT richiede molta più energia rispetto a una semplice ricerca su Google: generare un’immagine con un modello IA può consumare tanta energia quanta ne consuma uno smartphone acceso per mezza giornata. Secondo Goldman Sachs, la crescente domanda di IA potrebbe causare un aumento del 160% nella richiesta di energia nei data center entro il 2030. Questo aumento richiederà ingenti investimenti, specialmente in Europa, dove la domanda energetica dei data center potrebbe eguagliare il consumo complessivo di Portogallo, Paesi Bassi e Grecia.

La produzione di hardware per l’IA, come le GPU, ha anch’essa un impatto ambientale notevole. L’estrazione di materie prime, la fabbricazione e il trasporto dei componenti generano emissioni significative e contribuiscono all’inquinamento. Inoltre, l’obsolescenza programmata e la rapida evoluzione tecnologica portano a una frequente sostituzione dell’hardware, generando rifiuti elettronici difficili da smaltire.

Nonostante queste sfide, il futuro dell’IA può essere reso più sostenibile. Investire in tecnologie energeticamente efficienti, utilizzare fonti rinnovabili per alimentare i data center e promuovere l’economia circolare attraverso il riciclo e la riparazione dell’hardware sono passi cruciali per ridurre l’impatto ambientale. Inoltre, la trasparenza sui dati relativi all’impatto ecologico dell’AI e la responsabilità delle aziende nel promuovere pratiche sostenibili sono essenziali per sensibilizzare l’opinione pubblica e spingere verso un futuro tecnologico più verde.

In Italia, nello specifico, si sta cercando di dare una svolta concreta all’Intelligenza Artificiale mettendola a servizio della sostenibilità ambientale, economica e sociale. Sfruttando la sua capacità di analizzare dati complessi, apprendere e adattarsi, l’IA offre soluzioni innovative per affrontare sfide globali come  la gestione delle risorse naturali.

Nel nostro Paese, uno dei primi settori a beneficiare di questa potenzialità è quello agroalimentare, in cui si stanno sperimentando progressi significativi grazie all’integrazione di tecnologie avanzate. L’adozione di pratiche come l’agricoltura di precisione, che utilizza sensori intelligenti per ottimizzare l’uso delle risorse, e l’agricoltura idroponica, che riduce drasticamente il consumo di acqua, dimostra il potenziale trasformativo dell’IA. Inoltre, strumenti come l’apprendimento automatico permettono di migliorare la produttività agricola e la sostenibilità delle filiere. 

Le iniziative italiane sono sostenute da ingenti investimenti, tra cui quelli del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che finanziano l’innovazione e la digitalizzazione nel settore agricolo. Questi sforzi congiunti mirano non solo a migliorare la competitività delle imprese, ma anche a garantire un futuro resiliente e sostenibile per l’agricoltura italiana, affrontando al contempo le sfide ambientali e sociali globali.

Conclusioni

Il cammino verso un uso responsabile e innovativo dell’IA in Italia è accompagnato da sfide significative, tra cui la necessità di regolamentazioni chiare che non limitino l’innovazione, ma la guidino verso risultati positivi. È cruciale garantire la neutralità tecnologica delle piattaforme e promuovere la trasparenza e la privacy nell’uso dei dati.

In conclusione, mentre l’Italia lavora per sfruttare le potenzialità dell’IA, è essenziale che la regolamentazione non diventi un ostacolo, ma un supporto per uno sviluppo etico e sostenibile. Il dialogo tra tutte le parti coinvolte – governi, aziende e cittadini – sarà cruciale per garantire che l’IA contribuisca positivamente alla società, rispettando principi etici e promuovendo l’innovazione.

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