Dalla scoperta del fuoco all’AI: un incontro con gli studenti

AI in the class

In Bitrock riconosciamo il potenziale trasformativo dell’Intelligenza Artificiale e la conseguente necessità di una comprensione critica e approfondita di questa tecnologia disruptive. Il nostro impegno si concretizza in diverse iniziative, fra cui la Bitrock AI Academy, un programma strategico volto a dotare il nostro team di competenze avanzate, best practice e tool all’avanguardia nel panorama AI.

Parallelamente, crediamo fermamente nell’importanza di coltivare una cultura dell’AI consapevole anche al di fuori della nostra azienda. Rivolgiamo particolare attenzione agli stakeholder esterni, con un focus primario sulle giovani generazioni, i veri protagonisti del futuro plasmato dall’IA.

In linea con questa visione, il nostro Data Scientist Giovanni Vacanti ha recentemente condiviso la sua expertise sull’Intelligenza Artificiale con gli studenti del Liceo Classico VEII di Palermo. La sua testimonianza diretta, che segue, evidenzia le diverse prospettive e il dibattito stimolante che l’IA suscita.

Giovanni Vacanti – Data Scientist @ Bitrock: 

“Una delle invenzioni tecnologiche più importanti nella storia dell’umanità è senza dubbio la prima: la capacità di controllare il fuoco. Si ritiene che i nostri antenati abbiano imparato a padroneggiarlo tra 1.000.000 e 750.000 anni fa. La capacità di controllare il fuoco distingue per la prima volta gli esseri umani dalle altre specie in maniera sostanziale, conferendo loro uno status unico nell’ecosistema del pianeta: tutt’oggi, siamo ancora l’unica specie animale in grado di controllare in modo efficace il fuoco.

Ma cosa c’entra la scoperta del fuoco con l’Intelligenza Artificiale (IA)? Questa domanda affascinante ha dato il via a una vivace discussione con gli studenti del Liceo Classico Vittorio Emanuele II di Palermo, dove ho avuto la possibilità di tenere un intervento su invito del loro insegnante di storia. 

Sfruttando questa opportunità preziosa offerta da Bitrock e dal liceo VEII per dialogare con le nuove generazioni sul tema dell’IA, ho cercato di dividere i sentimenti tipici sull’IA in tre categorie, rappresentate da tre film:

  1. Gli “Entusiasti” (o “Star Trekiani”), coloro che evidenziano tutti i benefici che potremmo ottenere utilizzando queste tecnologie.
  2. I “Preoccupati” (o “Scenario Skynet”), che evidenziano il rischio di un’IA malevola, fino ad evocare la celebre Skynet di Terminator.
  3. Gli “Scettici” (o “Universo Dune”), coloro che vedono, o prediligono, la possibilità di un futuro senza intelligenza artificiale, richiamando l’universo narrativo di “Dune”: un contesto in cui le “macchine pensanti” sono proibite e lo sviluppo tecnologico umano ha intrapreso sentieri alternativi.

Curiosamente, gli studenti erano quasi equamente divisi tra il gruppo degli Entusiasti e quello dei Preoccupati, mentre gli Scettici erano meno numerosi: un equilibrio che riflette in fondo la complessità dell’argomento. Geoffrey Hinton, il “padrino” dell’IA e vincitore del Premio Nobel per la Fisica nel 2024, ha d’altronde osservato: “Per la prima volta nella storia, gli esseri umani potrebbero dover interagire con ‘cose’ più intelligenti di loro.” Un pensiero che, comprensibilmente, suscita emozioni contrastanti.

Ritornando al tema del controllo del fuoco, si tratta di una delle prime conquiste dell’umanità: un traguardo che ci ha elevati a uno status privilegiato. Padroneggiare il fuoco ha offerto protezione e conforto, permettendo agli esseri umani di prosperare senza dover dipendere da eventi naturali imprevedibili. Questa nuova sicurezza ha favorito lo sviluppo intellettuale, ampliando il divario tra l’uomo e gli altri animali. 

Per domare il fuoco, i nostri antenati hanno dovuto affrontare e comprendere la propria paura. Riconoscere e analizzare un’emozione come la paura richiede introspezione e capacita’ analitiche — l’abilità che abbiamo di “pensare sui nostri pensieri”, quello che Douglas Hofstadter chiama “strange loop” nel suo straordinario libro Gödel, Escher, Bach: un’eterna ghirlanda brillante. Sfruttando queste straordinarie e finora uniche abilità, gli esseri umani  impararono a trasformare una minaccia in una risorsa potente per la sopravvivenza e il progresso.

Da allora, l’evoluzione tecnologica ha accelerato: dalla rivoluzione agricola e l’Età del Bronzo, fino alle scoperte scientifiche dell’antica Grecia, l’invenzione della stampa nel XV secolo, la rivoluzione scientifica, quella industriale, l’avvento dell’elettricità, dei computer, di internet e, oggi, dell’Intelligenza Artificiale. Con ogni salto tecnologico, l’umanità ha sempre dovuto confrontarsi con nuove sfide e nuovi timori. 

La rivoluzione industriale, per esempio, ha portato grandi cambiamenti, ma ha anche scatenato il movimento dei Luddisti, operai che protestavano contro la meccanizzazione del lavoro per paura di perdere il proprio impiego e di vedere il lavoro stesso disumanizzato. Episodi storici come questo dimostrano come la paura dell’ignoto possa generare resistenza al progresso. Eppure, proprio come i nostri antenati impararono a dominare il fuoco, abbiamo costantemente trovato il modo di superare i timori iniziali e di accogliere nuove tecnologie.

Oggi, sull’orlo di una nuova era segnata dall’Intelligenza Artificiale, dobbiamo ricorrere ancora una volta a quel pensiero introspettivo e alla nostra capacità di ragionare in modo critico per orientare il nostro rapporto con questa tecnologia. L’AI presenta sfide che potrebbero minacciare,  per la prima volta nella nostra storia, lo status unico che ci siamo ritagliati nel corso di millenni, ma offre anche opportunità immense di crescita e innovazione. È quindi fondamentale superare sia la paura istintiva sia l’entusiasmo ingenuo, per trovare un modo di convivere con l’AI in modo sicuro, efficiente e pacifico.

Un grazie speciale al Professor Calogero Profeta e al Liceo Classico Vittorio Emanuele II per avere reso possibile questo incontro.


Autore: Giovanni Vacanti, Data Scientist @ Bitrock

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